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INTERVISTA: Francesco "Cecu" Botto, cuore Bra

23-10-2012 11:36 - News
Francesco "Cecu" Botto
"Cecu", ai campi del Bra calcio in viale Madonna dei fiori, è praticamente sempre presente. Esperienza, cordialità, simpatia, voglia di mettersi di gioco, qualità che non gli sono mai mancate.
Francesco Botto, nato a Bra il 26 ottobre 1929, è un carpentiere in pensione e sposato con Caterina, dalla quale ha avuto Biagio. Non solo marito e papà, ma anche nonno: dall´unione tra suo figlio e la moglie Antonella, è nata Cecilia, appassionatissima di calcio. Proprio questo sport è uno dei motori della vita di "Cecu". Ancora oggi, alla domenica pomeriggio è il tifoso più accanito della Prima squadra e che segue le vicende giallorosse da più tempo. Una vera mascotte. "Ho avuto il primo contatto con il Bra calcio - spiega Francesco Botto - negli anni ´50 quando era presidente Nicola Patria e avevo seguito con passione la promozione in Prima categoria. Io ero il classico tuttofare, tante strutture presenti ancora oggi sono state costruite o messe a posto dal sottoscritto. La mia passione come volontariato in favore del Bra, io l´ho sempre vissuta così. Poi ho seguito mio figlio Biagio, il giallorosso è sempre stato parte del mio cuore e sempre lo sarà. Ho collaborato con Gianfranco Chino Rivetti, Roberto Gandolfi, Sebastiano Vacchetta e tantissime altre persone.
Ho sempre dato una mano in tutto ciò che potevo, ho fatto l´autista delle squadre giovanili, ho aiutato la Prima squadra, neanche me le ricordo tutte le mansioni che ho ricoperto. Ho sempre vissuto con partecipazione alle vicende societarie e il mio apporto, in tribuna, non è mai mancato sia in casa che in trasferta, ma oggi lontano da Bra non vado più, ho una certa età! Ricordo con piacere quando il bar Converso aveva esposto in vetrina una lettera della Federazione, che diceva dell´ammissione del Bra in serie C. Stiamo parlando degli anni ´40 e fu veramente una gioia grandissima, anche se poi la squadra sul campo, purtroppo, era retrocessa. Son dovuto anche stare lontano da Bra per molti anni. Dal 1982 al 1990 sono andato a Caracas, in Venezuela, da due miei fratelli e per accompagnare Biagio.
Ho trovato lavoro come carpentiere in una ditta spagnola, ma stare lontano dal calcio braidese era stato molto doloroso.
Diciamo che ho speso un capitale per telefonare, in Italia, a mia sorella e chiederle il risultato della partita.
Durante la settimana, mi compravo alcuni giornali italiani e sfogliando con trepidazione le pagine dedicate allo sport piemontese. Poi sono tornato in Italia e soprattutto in tribuna al Madonna dei fiori. Cecu è sempre stato e sempre sarà a servizio di tutti coloro che vivono attorno al Bra calcio e, quasi tutti, mi hanno sempre trattato con i guanti. Attualmente, la domenica pomeriggio mi piazzo sul portone lato via Sartori per far entrare dirigenti, giocatori, giornalisti e la squadra ospite, dando loro le indicazioni per come e dove parcheggiare il pullman societario. Il ricordo più bello di questi anni vissuti in giallorosso, è la prima e storica promozione nel campionato di Eccellenza e il ricordo più brutto lo spareggio salvezza per restare in serie D, perso a Voghera per 4-1 contro la Sestrese nel 2001.
Beh, non posso non citare la splendida cavalcata della Prima squadra nello scorso campionato d´Eccellenza e dove è stata centrata una splendida e meritata promozione. Il Bra di adesso sta affrontando la nuova serie D con serietà e i risultati si vedono. Mi piace questa squadra, si fa bel calcio e la domenica in tribuna ti diverti. Penso che con due innesti d´esperienza, non di più, questo Bra potrebbe puntare tranquillamente alla Seconda Divisione e lo dico davvero. Al sabato pomeriggio mi dedico alla squadra che allena mio figlio Biagio, in questa stagione gli Allievi fascia B 1997 e la domenica, solo in casa però, alla prima squadra di serie D. Ho conosciuto tantissime persone valide in questi anni e visto giocare fior fiore di giocatori, ma adesso vedo una società seria e che ha voglia di fare bene. Mi ha stupito il nostro direttore sportivo Marco Rizzieri, l´ho conosciuto al campo e devo dire che è davvero un gran lavoratore".
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